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Immagine del redattoreNicoletta De Col

Anatomia esperenziale. Nel corpo abita la vita

La prefazione del libro di T. Myers è stata scritta da Jader Tolja, medico chirurgo e psicosomatista, ha diffuso “l’ANATOMIA ESPERENZIALE” dopo averla provata lui stesso.

È la possibilità di conoscere e sentire il corpo dall’interno (vivendolo); anni di studi in medicina o osteopatia o altre scuole fanno conoscere forme, funzioni, illustrazioni, ma quasi nessuno accenna che un ORGANO POSSA ANCHE ESSERE SENTITO, come esperienza VIVA e attuale, forse perché in un contesto sanitario “classico” potrebbero sembrare cose “new age”.



Cosa accade se facciamo esperienza dell’anatomia anziché osservarla come un oggetto isolato? Cosa cambia se ci ricordiamo che SIAML anatomia, anatomia vivente? Se proviamo a sentire i nostri reni che compiono un movimento durante la respirazione? O qualsiasi altro organo…? una risposta che ho incontrato a queste domande mi ha sorpresa non perché fosse una novità, ma perché Jader Tolja disse quel che già Still e Becker avevano scritto, anche se intraprendendo percorsi diversi: “una visione della vita come espressione di qualcosa di organico retto da una qualche forma di INTELLIGENZA più profonda di quella della nostra mente, ci permette più facilmente di AFFIDARCI a essa. Non necessariamente perché ne comprendiamo la logica, ma perché ci rendiamo conto DELL’ESISTENZA di LOGICHE che vanno oltre il livello individuale e che, pur sfuggendoci, riconosciamo tuttavia essere più PROFONDE, RAFFINATE e COMPLESSE di quella usata dal nostro Ego.”


Da tutto questo deduco che attraverso la percezione della Vita da parte del vivente è possibile fare esperienza della globalità come forma, dell’unità come sistema di relazioni e dell’Uno come Intelligenza Suprema. Direi che per studiare il corpo materiale dobbiamo ricordarci che noi siamo anche corpo, che il soggetto sta studiano un oggetto che è anche se stesso, ma prima di ogni cosa: in questo corpo abita la Vita. Anche fermandoci al puro piano materiale dobbiamo ricordarci che l’anatomia che studiamo sui libri o sui cadaveri è sempre ben diversa da quella vivente. Secondo me lo descrive bene Jader Tolja e ritengo importante riportare le sue parole.


Ciò che ricordo con più chiarezza della mia prima esperienza di sala operatoria è la meraviglia per la grande differenza tra il corpo umano, così come si studiava sui libri e gli atlanti di anatomia, e quello su cui si operava in vivo. […] In pratica il corpo umano, così come lo vediamo descritto nelle illustrazioni, è una pura astrazione, perché nella realtà non esiste nulla di simile. Aprendo un cadavere, ma anche semplicemente una coscia di pollo, ci si può facilmente rendere conto come non esistano tanti bei muscoletti rossi, né tendini, capsule, legamenti, ossa, derma, tutti separati gli uni dagli altri, ma che ci si trova di fronte a un intricato e complesso

«continuum» in cui non c'è soluzione di continuità tra un tessuto e l'altro. Da un punto di vista chirurgico o anatomico classico, questa scoperta non fu piacevole perché il corpo umano appariva più complesso e meno facilmente descrivibile di quello che avevo pensato fino a quel momento. E soprattutto non esistevano singoli «pezzi» individuabili, isolabili, separabili come nei libri di scuola, ma un indescrivibile intrico che anche la dettagliata rappresentazione degli atlanti chirurgici riusciva a descrivere in modo parziale. Insomma il tessuto connettivo, così come lo si incontrava nei corpi reali, anestetizzati o morti, sembrava essere solo una inevitabile «scocciatura» che complicava e rovinava inutilmente l'immagine astratta e semplicistica che ci si era lentamente costruiti nella propria mente durante la formazione medica. […] Quello che per l'anatomia cognitiva sembrava un tessuto inafferrabile e inutilmente complicato, in un'ottica di anatomia esperienziale diventava invece di gran lunga il tessuto più vivo, interessante e reattivo, poiché sono soprattutto le sue qualità e la sua organizzazione a determinare la vitalità, la funzionalità e l'integrazione di un organismo, la sua forma e tutte le sensazioni che trasmette un corpo sotto le nostre mani.


L’anatomia conosciuta attraverso l’esperienza è diversa, questo ce lo diceva già Still che aveva studiato come medico, ma poi decise di imparare dalla Natura, dalla Vita.


Dottoressa Nicoletta De Col

Osteopata e massoterapista

Laureata in psicologia sociale

Canale Telegram “osteopatia e psicologia”





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