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Lei è cieca, ma non lo sa

Oggi vi vorrei descrivere una situazione che ogni volta mi fa molto riflettere, mi aiuta a comprendere come i nostri pregiudizi, stereotipi e quindi la nostra mente possa essere molto limitante. Pertanto spero possa aiutare anche voi.


Lei è cresciuta in un ambiente malfamato, doveva lottare per poter mangiare, doveva arrivare sempre per prima e farsi strada in mezzo a chi era più grande e grosso di lei.

Lei si ammalò, una malattia che le prese le vie respiratorie, un herpes virus che rimane sempre latente, lo stesso virus le intaccò la vista, che man mano diminuì fino ad oggi, ormai cieca.

Eppure ha sempre giocato, saltato, ricercato la compagnia… il suo comportamento l’ho osservato con attenzione e mi sono chiesta: “un essere umano è più probabile che agiata con commiserazione!” Eh sì, avete capito bene, vi ho raccontato la storia senza dire che è una gatta di 5 anni, questo per farvi notare ulteriormente come il nostro cervello vada a coprire i “buchi” (le mancante informazioni) con nostre supposizioni basate su nostri stereotipi. Potete anche notare quali parole ho evidenziato… ma andiamo avanti.

Osservandola mentre viaggia per casa, sale sulle finestre, il corrimano, sposta gli altri gatti dalle ciotole senza esitazione, soffia al nuovo arrivato, mi è venuto spontaneo “lei è malata e cieca e non lo sa”, ovviamente detto così sembra stupido, mi spiego. Ovviamente quello che ha passato è memorizzato nelle sue cellule e anche nel DNA, ma la sua mente NON GIUDICA queste esperienze, quindi vive e agisce facendo tesoro di quello che lei è, senza porsi ostacoli che non esistono (che la mente crea).

Quindi, arriviamo a noi: quanti ostacoli ci creiamo con una mente che giudica il nostro passato, invece che capire che ci caratterizza, delinea, arricchisce, espande, certo può rendere qualcosa più faticoso, ma spesso lo è perché lo confrontiamo con gli altri. La mia gatta non lo confronta … prendiamo esempio. Lei è Cassandra, ora non sta bene, questo lo sa, perché lo sente, ma nei momenti in cui si sente meglio agisce consapevole di quel momento favorevole. Questo esempio ci fa capire il famoso “qui e ora” e l’importanza del sentire. La mente può diventare una prigione o una catena. Ho un altro gattino estremamente vivace, si chiama Coco, la sua famiglia è stata sterminata da un cane, ma la sua mente non lo sa…

Con questo non voglio dire che l’ignoranza è bella, mi raccomando, non voglio essere fraintesa, ribadisco che questo articolo vuole far riflettere su come sia la mente giudicante a creare i nostri limiti, nostri dogmi che ci impediscono di vivere, che ci impediscono di risplendere nella nostra essenza, ovvero essere noi stessi.


Facciamo un tentativo, proviamo: “è morto mio padre, ho perso il lavoro, ho perso un bambino… e la mia mente non lo sa… “

se la mente non si intromette, possiamo rimanere immersi nel sentire, è che a volte è molto forte e ci sembra di rimanere a brandelli, ma lo possiamo fare un poco alla volta. Abbiamo dimenticato cos’è fare le cose un poco alla volta, un altro problema arrivato in una società troppo “mentale“.


Buon cammino


puoi condividere se ti è piaciuto o vuoi riflettere assieme a qualcuno di questo argomento


_____________________ dott.ssa Nicoletta De Col

massoterapia - psicologia- osteopatia

www.Nicolettadecol.com


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