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Il dolore di non accettare la realtà; in corpo, mente, emozioni e spirito

Aggiornamento: 15 feb 2023

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In questa occasione vorrei parlare di una questione che tocca ognuno di noi: la difficoltà ad accettare alcuni aspetti della realtà.

Essa incide su tutti i piani: corporeo, emotivo, animico, cognitivo, energetico.

Quindi se credete che non riuscire ad accettare la realtà sia una questione puramente psicologica state osservando solo una parte di noi esseri viventi.


Molto spesso le persone sanno che un dolore cronico si acutizza quando sono in un particolare stato d’animo, ma non prendono consapevolezza, non capiscono che emerge anche quando è dovuto a un FARE RESISTENZA a un evento, ovvero, a rifiutare lo stato delle cose, a voler cambiare un passato che non si può cambiare, a non voler vedere la situazione attuale, o negarla.


Ho molti esempi che aiutano a capire quando non si accetta la realtà e per questo si delega o accusa gli altri del proprio malessere:

“starei meglio se mia moglie non fosse malata”,

“la mia gamba starebbe meglio se mio marito venisse a camminare con me”,

“starei bene se gli altri non mi rompessero le balle”,

“il mondo è cattivo e ci sono troppe ingiustizie”,

“non avrei mal di stomaco se mia figlia mi chiamasse più spesso”,

“non soffrirei così se loro non abbandonassero gli animali”

… sono i bambini che dicono “no, non voglio! Non voglio sia così” e spesso come bambini  ci comportiamo. È importante che capiamo cosa stiamo chiedendo, probabilmente è ciò che da bambini non abbiamo avuto, e abbiamo ritenuto ingiusto non avere.

Forse oggi stiamo lottando come Don Chisciotte per darci qualcosa che mai abbiamo ottenuto.

Mi spiego: se non abbiamo avuto un padre è necessario accettare che non lo abbiamo avuto per sciogliere i primi blocchi e smettere di cercare di darci un padre.


Gli “altri” non sono responsabili della nostra sofferenza, salute e benessere. Non sono tenuti a soddisfare i nostri bisogni da adulti. Un adulto dovrebbe essere in grado di provvedere a se stesso.


Ognuno di noi ha degli aspetti della realtà che non accetta (un evento del passato, una malattia, un genitore, un aspetto di un figlio, un cambiamento, un lutto…) se non stiamo accettando lo stato delle cose lo possiamo osservare su più strati, livelli dell nostro essere:


  • contrazioni muscolari forti che a seconda dei vissuti delle persone possono interessare varie zone o singole parti;

  • Rigidità articolari;

  • Ansia al mattino;

  • Reflusso e/o blocco immediato della digestione;

  • Sindrome dell’intestino irritabile;

  • Scatti d’ira;

  • Sonno alterato;

  • Fatica ad addormentarsi;

  • Dolore che aumenta quando ci si sente “abbandonati”/senza amore;

  • Malinconia o tristezza senza apparente motivo;

  • Apatia;

  • Dissociazione;

  • Compressione cardiaca;

  • Dolori che non passano o migliorano con le terapie.


Questi i principali, che possono essere segnali anche di qualcos’altro, ma che sono da tenere in considerazione.

Per aiutarci a far chiarezza possiamo chiederci:credo che starei meglio se qualcuno si comportasse diversamente?”

Se ci rispondiamo sì, è meglio se cerchiamo di fare un lavoro personale e capire che non stiamo accentrando la realtà, la realtà  è che l’altra persona può scegliere di comportarsi come vuole.


Altra domanda da porci: “che cosa sto chiedendo a quella persona?”

Amore, affetto, attenzioni, sicurezza, protezione, approvazione, incoraggiamento, essere preso in considerazione, importanza, … sai che non è tenuta a farlo? Sai che probabilmente è quello di cui avevi bisogno da bambino?


La realtà è

  • che l’altra persona non è al tuo servizio

  • che si cambia, le situazioni cambiano,

  • che nessuno deve soddisfare i nostri bisogni,

  • che il passato è passato,

  • che alcune cose possiamo averle e altre no,

  • che volere non significa ottenere,

  • che siamo nati da quei genitori,

  • che siamo, maschi o femmine, mori, biondi, rossi, giovani, vecchi…

Insomma, COSÌ È. Non significa accettare passivamente, ma capire come agire di fronte alla situazione che ci si presenta, anziché continuare a desiderare una situazione diversa.


Possiamo stare meglio non aspettando gli altri, non delegandoli a soddisfare ciò di cui avevamo bisogno da bambini.


Spesso vogliamo che l’altro pensi alla sua salute perché in realtà noi siamo preoccupati per noi stessi: non sappiamo come ce la caveremo da soli.


Spesso vogliamo che l’altro venga con noi da qualche parte perché non sappiamo vivere le cose senza condividerle.


Spesso vogliamo che l’altro cambi per le nostre comodità.


Spesso crediamo che saremo più felici o senza dolori e “pensieri” se ci facciamo biondi o se avremo una casa di un certo tipo… molto probabilmente non sarà così: il dolore per ciò che non abbiamo mai potuto avere è dentro di noi, e finché non accetteremo la realtà che è stata e che è, non riusciremo a gestire la nostra sofferenza, credendo che sia sempre colpa di qualcos’altro. In questo modo non ci daremo la possibilità di stare meglio.


Come dice spesso una mia paziente “non è semplice”, nessuno dice che lo è, quel che è necessario è iniziare a prenderne atto e cominciare a cambiare noi stessi, prendendo la responsabilità della nostra salute.

Se ognuno rimanesse responsabile di se stesso ci sarebbe più salute e semplicità.



_________________________

Dottoressa Nicoletta De Col

Osteopata e MCB

Laurea triennale e specialistica in psicologia sociale


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🌅instangram @nicolettadecol

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