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La salute che inganna. Sei sicuro di cosa ti fa bene?


Sto per dedicarmi un periodo di ferie, ma prima volevo scrivervi.  

Vorrei farvi riflettere sul concetto di salute. Perché? 

Perché io sono la prima a dovermelo ricordare ogni giorno, e mi è capitata ieri (giornata afosa con 32°) questa riflessione, osservando una donna correre alle ore 12:00 su strada asfaltata. 

Lei, fisico che dice che si allena, segnato, sotto il sole cocente, tra gli scarichi delle auto, su un asfalto che fa salire calore, respirando aria densa di umidità... lei era convinta di migliorare la sua salute: stava correndo! Si stava allenando! 

Dov’è la salute? Dove nel corpo che lotta contro il caldo, nel respiro di particelle che mai smaltirà? Dove nel sentire fatica più per il sistema nervoso che lotta per la sopravvivenza che per l’allenamento vero e proprio? 

Per anni ci hanno martellato con la frase “no pain no gain” -nessun dolore nessun guadagno- fino a convincerci che fosse vero (vi assicuro che avrei tante parole poco carine per esprimere ciò che penso e che le ricerche stanno dimostrando).

Questa illusione che si debba soffrire per un fisico allenato, ma, peggio, “se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire” (frase che ricordo detta da mia madre quando mi sono messa la gonna in inverno... chi mi conosce sa il risvolto della storia, gli altri aspettino la fine dell’articolo). Si deve fare fatica, questo sì, ma soffrire no! Se cerchi la sofferenza non stai cercando e ottenendo salute, stai dando da mangiare ad una mente affamata di emozioni mescolate in senso di colpa, di inferiorità, punisci te stesso, sfoghi rabbia repressa, fai male a te per non farlo agli altri... 

La salute è 

- rinunciare di farsi dominare dai nostri demoni, dalle nostre paure, dai nostri giudizi, per arrivare a sentirsi comodi nel proprio corpo, nel proprio Sè.

-È capire che il bisogno di biscotti, la torta, il gelato, il pezzetto di formaggio, nelle ore serali è dettato dalle emozioni che non hai sfogato durante il giorno, dal cervello che ha rimuginato, dalla frustrazione che non esprimi, dalla rabbia che ti consuma. 

-È capire che sei tu a decidere come stare, che un dolore al piede può arrivare da anni di scarpe col tacco, che un intestino irritabile è dato da stati d’ansia, un bruciore allo stomaco per tutti i pasti fatti di corsa, che dolori diffusi “senza senso” sono segno di disordine metabolico (tossicità per troppi farmaci, troppi zuccheri, troppi grassi  NEGLI ANNI! E vi chiedo di pensare anche alla vostra adolescenza: il corpo presenta il conto).

Se non riusciamo a stare bene, chiediamoci “perché” e poi trasformiamolo in “affinché”: una cosa ci accade affinché noi possiamo trarne il miglior vantaggio e insegnamento, anche la cosa peggiore. 

Immagino i commenti di alcuni di voi mentre  hanno letto queste ultime mie parole. Potete scrivermi in privato.

Non esistono il bene e il male assoluti. “correre fa bene”, ma non è un concetto assoluto: dipende come, quando, in che modo, il proprio stato, con che obiettivo, ecc. anche camminare non è un bene assoluto.

Perché insisto con i termini “ascolto” e “consapevolezza”? Perché se sono consapevole di cosa sto facendo e pensando cosa sto facendo saprò sempre come ho mangiato, cosa ho mangiato, come l’ho preparato, cosa ho fatto per stare bene. Se ascolto posso capire che il biscotto in mano è per un vuoto nel cuore, che prepararsi per una maratona è la lotta di un dolore profondo e ne serve uno più grande per coprirlo, che iniziare crossfit è per dimostrarsi più forti della vita che ti atterra...

❤️

Ascoltatevi, siate consapevoli, avete tutte le risposte nel vostro cuore, e quando vi sentirete al buio con i demoni che vi sussurrano, in quel momento, accoglietevi con amore, perché questi demoni sono parti di voi che avete trascurato.

❤️

Buon ascolto anime e corpi

PS.

Non ho mai più usato gonne.

Nicoletta De Col

Chinesiologa - psicologa sociale 

Ginnastica posturale - psicosomatica - crescita personale 

www.nicolettadecol.com

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