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Incarnarsi per arrivare alla spiritualità.

RIFLESSIONE DELLA SETTIMANA 🤔

In questo periodo leggo spesso messaggi da parte di “guerrieri di luce”, quasi a ripetere a se stessi d’essere qui per un motivo lodevole, a volersi convincere che si è dalla parte del “giusto”, qui per far vedere agli altri che… conviene uscire da questa presunzione, dobbiamo stare attenti a non cadere nello stesso fanatismo delle crociate, o dei conquistadores.

Stiamo nella nostra vita perché “la spiritualità non emerge da un progressivo allontanamento dal corpo,

ma da un incarnarsi sempre più profondamente in esso.”*

Mi ha fatto riflettere molto questa frase che ha descritto una sensazione che sto avendo in questo periodo durante i trattamenti osteopatici: quando porto la mia attenzione al Tutto Universale è come se non fossi io ovunque, ma l’Ovunque fosse in me e immediatamente fuori da me. Capisco che queste parole possano risultare contorte, ma sono quelle che più si avvicinano al mio sentire.

Per trovare il Tutto c’è la necessità di incarnarsi: di vivere il corpo, di fare in modo che la nostra mente sia al servizio non a capo, di accettare la nostra vita e di agire di conseguenza, di sentire dove la vita ci porta… il corpo è un’interfaccia tra materia e spirito.


Che cos’è la spiritualità?

La percezione che tutte le persone e le cose del mondo si appartengono e sono legate insieme.



* frase tratta dal libro “Essere corpo” di Jader Tolja e Tere Puig

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