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La postura cambia a seconda delle emozioni


Arriva per tutti noi quel momento in cui crediamo di non riuscire ad andare avanti nella vita, se non apportando un cambiamento radicale, immaginando di lasciare tutto e scappare. La sensazione di aver commesso troppi errori, di essere ad un punto di non ritorno, in cui diventa impossibile cambiare: troppe cose connesse tra loro, troppi nodi, relazioni complicate, debiti, prestiti; una serie di eventi concatenati che ci conducono al momento attuale, di oppressione. I nodi di questi fili del destino sono così fitti da sembrare impossibile poterli districare per sentirsi liberi, con la possibilità di cambiare.

CAMBIARE PROSPETTIVA

Se si continuano a guardare i problemi nella loro complessità, sicuramente non se ne verrà a capo. Facciamo un esempio, se si pensa a percorrere una maratona senza mai aver corso, vedendo solo i problemi ci possono essere, non si riuscirà mai a farla. Invece, se si inizia il giorno dopo a fare pochi chilometri e pianificando un graduale miglioramento, sarà sicuramente più probabile la riuscita.

UN PASSO ALLA VOLTA

La vita si cambia a piccoli passi, a piccole dosi. Se ci si dice “da domani cambio” si è già sulla strada del fallimento. Il primo passo è VOLERLO DAVVERO, voler con tutto se stessi cambiare, ed ESSERNE CONVINTI, perché lungo la strada ci saranno molti momenti in cui si vacillerà.

E, in realtà, la vita ci ha già cambiati: ci rendono felici o tristi le stesse cose di 5 anni fa? abbiamo gli stessi obiettivi?

Possiamo seguire i più gettonati consigli: saper dire di no, trovare il tempo per se stessi, volersi bene, e tutti gli altri molto simili. Ma i nostri tratti fondamentali del carattere sono colonne della nostra vita, che se abbattute senza aver costruito prima altri sostegni, sarà un inevitabile disastro. Se siamo sempre stati bisognosi di attività fisica per sfogare rabbia o delusione, non possiamo credere che da domani sia diverso.

Facciamo un esempio, dopo un incidente in cui ci sia stata una frattura a un arto inferiore, si dovrà (un passo alla volta) ripartire dalle basi: imparare a muovere la gamba, imparare a stare in piedi in equilibrio, poi a camminare, e così via. Conoscersi nel cambiamento avvenuto.

RIPARTIRE DALLE BASI

1. Quindi, ripartiamo dalle fondamenta: dall’ascolto di noi stessi. Un ascolto senza giudizi e pregiudizi, globale, che coinvolga l’ascolto dei nostri desideri, emozioni (positive e negative), sogni, aspettative. Senza sorprenderci se esce qualche lacrima: è doloroso scoprire a quanto abbiamo rinunciato o credevamo perso.

Pochi minuti al giorno, ci si può mettere seduti o stesi supini in silenzio, in cui si ascolta il proprio respiro e il battito cardiaco, in una stanza in cui non si viene disturbati, ovviamente va spento lo smartphone, in questi attimi si può rimanere in silenzio o chiedersi le emozioni che hanno colorato la giornata. Se già queste condizioni risultano impossibili, si può comprendere come non ci sia una reale volontà di cambiare.

2. Un’altra colonna importante della vita è sapere cosa si prova: ci permette di conoscerci meglio e di ricercare quello che ci fa stare bene ed evitare quello che ci fa stare male. Sembra così semplice, ma senza comprendere quel che proviamo diventa un’impresa olimpica. Possiamo iniziare così: ripensando agli avvenimenti accaduti nell’ultima settimana, scrivere almeno 10 emozioni e stati d’animo vissuti. Solitamente, in media ne vengono scritte 5, ma non significa che sia la cosa giusta.

Le nostre emozioni sono un insieme di informazioni che ci fanno conoscere e interagire con l’ambiente, che ci fanno crescere dal punto di vista cognitivo (intelligenza), fisico (azione e reazioni agli stimoli esterni) e spirituale (si potrebbe aprire altri capitoli).

Scrivere “triste”, va benissimo, ma ancora meglio se si iniziano a considerare anche le sfumature. Per intenderci, un colore può essere descritto come “verde”, ma possiamo notare striature di verde chiaro, smeraldo, ritenere che sembri più un verde bottiglia, verde erba ecc… Allora, torniamo alla parola “triste”, potrebbe essere: deluso, amareggiato, desolato, indegno, pentito, devastato, sgomento, fragile, e molto altro.

Non possiamo pensare che le nostre emozioni si possano disegnare con pochi pastelli, dovremmo cercare di colorare la nostra vita con la stessa quantità di sfumature che possiede un tramonto sul mare.

3. Il passo successivo, non meno impegnativo, è quello di capire la direzione da prendere, ovvero capire cosa fa stare bene. In questo caso non si deve imbrogliare cercando la scorciatoia del “non voglio”, può essere utile per scartare alcuni elementi, ma non per definire cosa rende sereni. E arrivati a questo punto capiamo che la “nostra maratona” si fa impegnativa. Cosa ci fa stare bene? Cosa, che non dipenda dagli altri?

A queste domande si può rispondere se siamo stati sinceri con noi stessi nei punti precedenti.

LE EMOZIONI COME NUTRIMENTO

Per essere sereni, prima di tutto si deve “essere”: nell’essere non c’è la fretta del pensiero, ma si costruisce nel “percepire”. In una vita frenetica, in cui si fa tutto di corsa, in modo frettoloso, c’è a mala pena il tempo per pensare, figuriamoci se troviamo il tempo per “sentire” e “percepire”: se quando prendiamo in mano la tazza di caffè ci soffermiamo sul percepire la superficie, come vi si distribuisce il calore, i profumi, i colori nel mescolarlo, il suono di quando la riappoggiamo o il rumore fatto dalla nostra deglutizione.

Il corpo è fatto di ciò che respira, di quel che offriamo per nutrirlo. Il nutrimento non è solo bevande e cibo solido, ma anche emozioni e azioni. La nostra salute sarà più forte se offriremo varietà nella consapevolezza di quel che stiamo dando al nostro corpo e al nostro spirito.

Quindi, si dovrebbe assaporare i cibi ad occhi chiusi, riempirsi il respiro di profumi, donare agli occhi i paesaggi più belli, donare al cuore le emozioni per farlo sentire vivo.

Non dimentichiamo che ogni cosa in natura serve affinché la vita possa proseguire.

Comprendiamo come per cambiare vita si debba passare attraverso se stessi, le proprie paure e proprie gioie, come sia fondamentale il nostro corpo come sede di scambio di informazioni.

Dott.ssa Nicoletta De Col

riceve in Ospedale Villa Salus di Mestre (VE) e Mogliano Veneto (TV)

www.nicolettadecol.com


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